Si sono conclusi presso il Centro Congressi della Stazione Marittima gli Stati Generali della Prevenzione, promossi dal ministero della Salute come momento di riflessione collettiva sul futuro della Sanità pubblica italiana. Due giornate intense di confronto tra istituzioni, operatori sanitari, esperti, ricercatori e rappresentanti delle Regioni, durante le quali sono emerse le priorità del sistema: rafforzare la cultura della prevenzione, superare i divari territoriali e rimettere al centro i bisogni reali delle comunità.
Tra i protagonisti più attesi dell’evento, il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha aperto i lavori con un appello deciso a colmare il “differenziale inaccettabile” tra Nord e Sud in tema di adesione agli screening oncologici e prevenzione primaria. Un messaggio rilanciato anche dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che ha invocato un vero e proprio cambio di paradigma culturale e politico, chiedendo la fine della politicizzazione della salute e il ritorno a un approccio unitario e fondato sul principio costituzionale del diritto alla cura per tutti.
Schillaci: “Dalla prevenzione dipende il futuro del Servizio sanitario nazionale”
Nel suo intervento alla giornata inaugurale degli Stati Generali, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha denunciato la frattura che attraversa il Paese anche sul fronte della prevenzione. “Abbiamo scelto Napoli non a caso – ha dichiarato – perché i dati ci dicono che esiste un differenziale inaccettabile tra Nord e Sud nell’adesione ai programmi di screening oncologico”. Un allarme che si traduce in una sfida urgente: aumentare la partecipazione ai percorsi di diagnosi precoce, soprattutto nelle Regioni meridionali, dove la risposta della popolazione resta ancora troppo debole nonostante i segnali di ripresa.
Schillaci ha quindi rilanciato l’obiettivo di portare la spesa destinata alla prevenzione dall’attuale 5% all’8% del Fondo sanitario nazionale, avvicinando così l’Italia agli standard delle realtà europee più avanzate. Ma ha anche sottolineato che per superare la disinformazione, i pregiudizi e la diffidenza che ancora frenano molti cittadini, serve un cambiamento culturale profondo. “Molti non sanno che gli screening sono gratuiti – ha spiegato – altri non li fanno perché pensano di stare bene: è su questa percezione che dobbiamo lavorare, rafforzando la consapevolezza che prendersi cura di sé in salute è la prima forma di cura”.
Rocca: “Riportare fiducia nelle comunità è la vera prevenzione”
Tra gli interventi più incisivi della seconda giornata, va segnalato quello del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il quale ha richiamato l’attenzione sul bisogno urgente di ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. “La migliore prevenzione che possiamo fare è quella di riportare fiducia nelle nostre comunità. Serve un nuovo patto tra istituzioni e cittadini per restituire credibilità al Servizio sanitario nazionale e rafforzarne i legami con i territori”. Rocca ha poi sottolineato come il sistema sanitario sia “governato da mille interessi” e necessiti di una profonda rivoluzione, non solo gestionale ma anche valoriale.
Nel suo intervento, il Presidente ha rimarcato l’impegno della Regione Lazio nella prevenzione primaria, affrontando non solo i rischi clinici, ma anche i fattori ambientali, sociali e culturali che influenzano la salute delle persone. “Se vogliamo davvero migliorare la salute pubblica – ha aggiunto – dobbiamo cambiare paradigma e smettere di rincorrere trasformazioni sociali che avremmo dovuto saper anticipare. ‘One Health’ non è uno slogan, ma un cambio di mentalità che unisce salute umana, ambientale e animale”. Rocca ha infine lanciato un appello a depoliticizzare il tema della salute, riaffermandone il carattere costituzionale e universale, al di sopra delle divisioni ideologiche.
Un impegno corale per superare i divari e rafforzare la cultura della prevenzione
A sottolineare la centralità della prevenzione come pilastro del sistema sanitario nazionale è stato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto con un lungo applauso all’arrivo al Centro Congressi di Napoli. Ringraziato dal ministro Schillaci, dal viceministro Cirielli, dal presidente della Regione Campania De Luca e dal sindaco Manfredi, Mattarella ha ricevuto attestazioni di stima per il suo costante impegno istituzionale a favore della salute pubblica.
A distanza, è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha ribadito l’urgenza di ridurre i divari territoriali, anche in ambito preventivo, e ha annunciato investimenti senza precedenti per modernizzare il Servizio sanitario nazionale. Il fondo sanitario nazionale, ha ricordato, salirà a 141 miliardi di euro entro il 2027, con risorse destinate a promuovere la cultura della prevenzione e a garantire pari opportunità di accesso alle cure su tutto il territorio.
Oltre agli interventi istituzionali, il programma ha ospitato tavole rotonde tra medici ospedalieri, medici di base e farmacisti, incentrate sull’adozione delle tecnologie digitali, tra cui l’intelligenza artificiale e il fascicolo sanitario elettronico, e sulla necessità di integrare strumenti innovativi con un rinnovato rapporto di fiducia tra operatori sanitari e cittadini.
Gli Stati Generali della Prevenzione si chiudono dunque con un messaggio forte: la prevenzione non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Una sfida che richiede visione politica, coesione istituzionale e un cambio di passo culturale, affinché la salute torni a essere, davvero, un diritto garantito a tutti.