Siamo stati con il presidente dell’AGA (Associazione Guardiamacchine Autorizzati), Liberato Mirenna, per documentare la situazione sul campo e dare voce a una protesta che da tempo cerca ascolto nelle sedi politiche e giudiziarie. Un’intervista che si snoda tra le strade dissestate e i parcheggi vuoti del IX Municipio, dove una decisione amministrativa ha lasciato a casa sette lavoratori aprendo la strada a degrado, abusivismo e disservizi per i cittadini.
Secondo l’associazione, il municipio avrebbe richiesto illegittimamente il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico ai guardia macchine autorizzati, ignorando delibere comunali e sentenze che, a detta del presidente, ne esentano esplicitamente la categoria. Nel frattempo, le aree un tempo presidiate dagli operatori risultano invase da rifiuti, auto in doppia fila e accampamenti di fortuna. Gli autobus faticano a passare, le ambulanze non arrivano a destinazione, e i cittadini evitano zone divenute ormai insicure.
“Questa è una figura storica e riconosciuta, regolamentata da normative comunali e nazionali”, spiega Mirenna mostrando licenze e atti ufficiali. “Il Comune di Roma ha sempre riconosciuto il valore del nostro servizio, tranne in questo municipio, dove si insiste a chiederci una tassa che non ci spetta. È un abuso, un vero scandalo pubblico”.
Quella che emerge è una battaglia sindacale e civile per il diritto al lavoro, la sicurezza urbana e il rispetto delle norme. Una questione che coinvolge anche il Consiglio Comunale, più volte interpellato, e che ora attende un pronunciamento definitivo del TAR previsto per ottobre.
Nel seguito dell’intervista, Mirenna ripercorre la storia normativa della categoria, mostra documentazione, richiama sentenze del giudice di pace e del Consiglio di Stato, fino a un appello finale: “La politica deve dimostrare di essere al servizio dei cittadini e dei lavoratori. Noi non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia”.
Cosa chiede l’AGA: stop agli abusi, riconoscimento dei diritti
L’Associazione Guardia Macchine Autorizzati (AGA) avanza richieste precise e documentate. In primis, l’eliminazione della tassa di occupazione del suolo pubblico imposta unilateralmente dal IX Municipio, ritenuta illegittima in virtù delle delibere comunali vigenti, in particolare la n. 680 del 2002 e la n. 21 sul canone patrimoniale, che prevedono esclusivamente il pagamento dell’aggio municipale per posto auto, e non ulteriori oneri.
L’AGA chiede inoltre che venga ristabilita la presenza operativa dei guardia macchine nelle aree a rischio, come quelle adiacenti all’I.F.O. San Gallicano, oggi lasciate in uno stato di degrado e abbandono. “Senza di noi – afferma Mirenna – i parcheggi sono diventati terra di nessuno, tra auto parcheggiate ovunque, rifiuti, accampamenti e pericoli per la sicurezza pubblica”.
L’associazione invoca infine l’intervento immediato del sindaco e del Consiglio Comunale, per fermare quella che definisce una “ingiustizia sociale” e porre fine a un accanimento amministrativo che, a loro dire, va contro le norme europee, nazionali e comunali, oltre che contro una serie di sentenze favorevoli (giudice di pace, Consiglio di Stato, TAR).
Secondo l’AGA si tratta di una questione di legalità, sicurezza urbana e dignità del lavoro. “Chiediamo solo il rispetto delle regole, e il diritto di lavorare dove per anni abbiamo offerto un servizio pubblico riconosciuto ed efficace”, ribadisce il presidente.
AGA: “Le sentenze ci danno ragione, ma il IX municipio ignora la legge”
Uno degli aspetti centrali della vicenda è il lungo e articolato contenzioso legale che vede coinvolti da anni i guardia macchine autorizzati e il IX Municipio di Roma. Il presidente dell’AGA, Liberato Mirenna, non usa mezzi termini: “Abbiamo vinto tutte le sentenze, dal giudice di pace al Consiglio di Stato. È stato chiarito che la nostra attività non comporta occupazione di suolo pubblico e che quindi non siamo tenuti a pagare quella tassa. Nonostante ciò, il municipio continua ad accanirsi contro di noi”.
Secondo Mirenna, la controversia nasce da una richiesta della Corte dei Conti, che aveva chiesto spiegazioni sull’esenzione dal pagamento del suolo pubblico. “Il problema – afferma – è che il municipio non ha presentato la documentazione corretta, quella che spiega chiaramente la nostra posizione. Così, i dirigenti sono stati sanzionati, ma poi assolti in Cassazione. Tutto dimostrato: noi dobbiamo pagare solo l’agio municipale, non altro”.
A confermare la tesi dell’associazione, diverse sentenze del giudice di pace, che hanno annullato le multe elevate dalla Polizia Locale contro i guardia macchine. In uno dei dispositivi, si legge: “L’attività svolta non comporta occupazione del suolo pubblico e pertanto la sanzione è da annullare”. “La giustizia – ribadisce Mirenna – ha detto chiaramente che non c’è abuso da parte nostra, ma da parte di chi pretende il pagamento di una tassa non prevista da alcuna delibera”.
La vertenza ha raggiunto anche le aule del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto il valore pubblico dell’attività svolta dai guardia macchine, imponendo che gli operatori possano restare attivi fino all’eventuale espletamento di gare pubbliche. Il caso è ora tornato al TAR del Lazio, che a ottobre 2025 dovrà esprimersi in via definitiva.
“Facciamo un appello anche ai giudici del TAR – conclude Mirenna – affinché analizzino bene la documentazione. Le delibere parlano chiaro, le licenze sono valide, e le sentenze ci tutelano. Non si può inventare una tassa illegittima per toglierci il lavoro”.