È stata presentata ieri, giovedì 12 giugno, nella Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio la nuova legge sulla celiachia, approvata all’unanimità dall’Aula la scorsa settimana. Un momento di confronto aperto tra istituzioni, esperti e associazioni, durante il quale il presidente della Commissione Bilancio Marco Bertucci, primo firmatario del testo, ha illustrato i contenuti della legge insieme alle consigliere Emanuela Mari ed Edy Palazzi, firmatarie del provvedimento.
All’incontro hanno preso parte anche i rappresentanti dell’Associazione Italiana Celiachia Lazio, con il presidente Angelo Mocci, il professor Italo De Vitis e il dottor Gianmarco Giorgetti, che hanno sottolineato il valore medico e sociale della legge, definendola un passo storico per il riconoscimento e la tutela dei pazienti affetti da celiachia e dermatite erpetiforme.
“Una legge inclusiva e concreta – ha dichiarato Bertucci – frutto di un lavoro condiviso con le Commissioni, i medici e le associazioni. È un segnale importante per le persone celiache, spesso invisibili nelle politiche pubbliche”.
La legge numero 139 del 2025 introduce un pacchetto integrato di interventi in ambito sanitario, scolastico e sociale, promuovendo inclusione, informazione e assistenza personalizzata. Tra le principali novità: formazione mirata per operatori della ristorazione, della sanità e delle scuole, attivazione di sportelli informativi presso le Asl, campagne di sensibilizzazione sulla diagnosi precoce, promozione della telemedicina e istituzione di una Giornata regionale della celiachia da celebrare ogni 15 settembre.
Verso l’attuazione: cosa succede ora?
Con l’approvazione definitiva della legge, prende il via la fase attuativa, cruciale per trasformare le misure previste in servizi reali per i cittadini. Nei prossimi mesi, la Giunta regionale del Lazio sarà chiamata a predisporre un piano triennale degli interventi, sentita la Commissione consiliare competente, per definire le priorità, le modalità operative e i criteri di finanziamento.
Tra le prime azioni attese, vi è l’attivazione degli sportelli informativi sulla celiachia presso i distretti sociosanitari delle Asl, che diventeranno un punto di riferimento per pazienti, famiglie, operatori della ristorazione e del turismo. Parallelamente, prenderanno il via i percorsi formativi per il personale sanitario, scolastico e del settore alimentare, con l’obiettivo di garantire una gestione professionale e consapevole della dieta senza glutine, riducendo il rischio di contaminazioni e favorendo l’inclusione sociale delle persone celiache.
Un altro passaggio importante riguarderà la creazione dell’elenco regionale delle strutture ricettive e della ristorazione in grado di offrire alimenti senza glutine, che potranno accreditarsi ufficialmente dopo aver completato specifici corsi di formazione. Si tratta di un’iniziativa che punta a tutelare il consumatore e a promuovere la cultura della sicurezza alimentare.
La legge prevede inoltre la promozione di modelli assistenziali integrati e multidisciplinari, il potenziamento della telemedicina per la diagnosi e il monitoraggio clinico, e il coordinamento tra i professionisti della salute operanti nel Servizio sanitario regionale. Non meno importante sarà l’istituzione della Giornata regionale della celiachia, che si celebrerà ogni anno il 15 settembre: una data simbolica per sensibilizzare la popolazione e riconoscere ufficialmente il valore della diagnosi precoce e del supporto ai pazienti.
Infine, si apre un dialogo interregionale con le otto Regioni italiane che utilizzano lo stesso sistema informatico per la gestione dei buoni pasto destinati ai celiaci. L’obiettivo è superare i limiti attuali, rendendo i buoni utilizzabili anche al di fuori del Lazio e garantendo così una maggiore libertà di movimento alle persone affette da celiachia, in un’ottica di piena cittadinanza alimentare.
Il successo della legge passerà ora dalla capacità della Regione di attuare con efficacia quanto previsto, attraverso il coordinamento istituzionale, la collaborazione con le associazioni di pazienti e un monitoraggio costante dei risultati. Una sfida ambiziosa, ma necessaria, per garantire a tutti i cittadini celiaci un futuro più sicuro, inclusivo e consapevole.