Quattordicesima in busta paga per 10 milioni di lavoratori, ecco gli importi

Quattordicesima 2025: chi ne ha diritto, come si calcola l’importo e quando arriva in busta paga. Tutto quello che c’è da sapere sulla mensilità estiva per i lavoratori del settore privato.
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Nel cuore dell’estate italiana, mentre le temperature salgono e le città iniziano a svuotarsi, una mensilità in più fa capolino nelle buste paga di milioni di lavoratori: si tratta della quattordicesima, destinata a portare un po’ di sollievo ai bilanci familiari provati da mesi di rincari e incertezze economiche.

Ma attenzione: non tutti la ricevono. A differenza della tredicesima, garantita per legge, la quattordicesima resta appannaggio di chi è impiegato con specifici contratti collettivi nazionali. 

Secondo le stime, saranno circa 10 milioni i dipendenti del settore privato a beneficiarne, soprattutto nei comparti del commercio, turismo, logistica ed edilizia. Esclusi invece, come ogni anno, i dipendenti pubblici e buona parte dei metalmeccanici, bancari e lavoratori domestici.

Ma chi ha davvero diritto alla quattordicesima nel 2025? Quando arriverà e come viene calcolata? In un Paese con quasi mille contratti collettivi attivi, orientarsi non è semplice. Proviamo quindi a fare chiarezza.

Chi la prende e chi resta fuori, la mappa contrattuale della quattordicesima

A ricevere la quattordicesima nel 2025 saranno in molti, ma non tutti. A differenza della tredicesima, che spetta per legge a tutti i lavoratori dipendenti, la quattordicesima è prevista solo da alcuni contratti collettivi nazionali.

Esclusi del tutto dal beneficio sono i dipendenti pubblici, così come i metalmeccanici, i bancari, i lavoratori domestici e quelli del settore tessile, salvo rari casi individuali. Al contrario, la quattordicesima viene regolarmente riconosciuta ai lavoratori del commercio, del turismo, della logistica, dell’edilizia (ma solo per gli impiegati), della chimica, dell’igiene ambientale, delle assicurazioni e dei multiservizi. Rientrano tra i beneficiari anche gli addetti alla vigilanza privata, i dipendenti di studi professionali, i lavoratori agricoli e florovivaisti, quelli assunti nelle farmacie private, e alcuni dipendenti di Poste Italiane o del settore ferroviario.

Se quindi volete sapere se avete diritto alla quattordicesima, il primo passo è sempre lo stesso: controllate quale contratto collettivo regola il vostro rapporto di lavoro, un’informazione che si trova facilmente nel contratto di assunzione, in busta paga o rivolgendosi al proprio ufficio del personale.

Un punto, però, è chiaro: se la quattordicesima è prevista dal Ccnl, il datore di lavoro non può sottrarsi al pagamento, neppure con un accordo individuale firmato dal lavoratore. Al contrario, se il contratto non la contempla, nemmeno un’intesa tra le parti potrà farla comparire magicamente in busta paga.

Quanto spetta davvero: come si calcola la quattordicesima

La quattordicesima mensilità non è un premio improvviso né un regalo estivo: è una retribuzione differita, che il lavoratore matura mese dopo mese e che viene poi liquidata in un’unica soluzione, generalmente tra fine giugno e inizio luglio. La logica è semplice: ogni mese lavorato fa crescere un pezzetto di quella mensilità aggiuntiva, che alla fine dell’anno si traduce in una cifra tonda, proporzionata al tempo effettivamente trascorso in servizio.

L’importo che si riceve non è uguale per tutti. Per chi ha lavorato ininterrottamente per un anno intero, la quattordicesima equivale in media a uno stipendio mensile lordo. Ma se nel periodo di riferimento, che va dal 1° luglio dell’anno precedente al 30 giugno dell’anno in corso, ci sono state interruzioni o periodi non coperti, la somma viene ridotta in proporzione. Conta, ad esempio, se si è stati assunti a metà anno, o se si sono accumulate troppe assenze non giustificate.

Ai fini del calcolo, si tiene conto non solo dei mesi effettivamente lavorati, ma anche dei periodi di ferie, malattia, maternità, infortunio, congedo matrimoniale e cassa integrazione. Non vengono invece considerati i periodi di assenza ingiustificata. Inoltre, è importante sapere che la quattordicesima si matura solo se nel mese in questione si è lavorato, oppure se si è stati coperti da un evento tutelato, per almeno 15 giorni.

La formula è semplice: si moltiplica la retribuzione lorda mensile per il numero di mesi lavorati (o maturati) nel periodo luglio-giugno, e si divide il tutto per 12. Ne risulta una somma che, in busta paga, si aggiunge allo stipendio ordinario, ma che molto spesso è più bassa di quanto ci si aspetti.

Ad esempio, un lavoratore con una retribuzione lorda mensile di 1.300 euro che ha lavorato ininterrottamente per 12 mesi riceverà una quattordicesima pari a 1.300 euro lordi. Se invece ha iniziato a lavorare ad agosto, quindi maturando solo 11 mesi, la cifra scende a poco meno di 1.200 euro. Per chi ha lavorato solo cinque mesi, l’importo si riduce ulteriormente a poco più di 540 euro.

Cifre che fanno la differenza, specie in un periodo come quello attuale, in cui ogni euro conta e il peso del carovita si fa ancora sentire. Ma è bene ricordarlo: l’importo lordo non corrisponde mai esattamente al netto, e su questo punto si gioca un’altra partita, quella delle tasse.

 

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