Con l’inizio del mese di giugno, milioni di famiglie italiane si preparano a ricevere una delle prestazioni più attese dell’intero sistema di welfare: l’Assegno unico universale per figli a carico.
Introdotto nel 2022 come misura strutturale di sostegno alla natalità e alla genitorialità, l’Assegno unico rappresenta oggi una fonte fondamentale di integrazione al reddito, specie in un contesto economico segnato da inflazione e costi crescenti per la cura dei figli.
Come ogni mese, l’erogazione della prestazione da parte dell’Inps segue un calendario che distingue tra rinnovi automatici e nuove domande, ma a giugno si aggiunge una scadenza fondamentale: quella per l’aggiornamento dell’Isee. Chi non rinnova l’indicatore entro il 30 giugno, infatti, rischia di perdere importi maggiorati e gli arretrati spettanti.
A tal proposito, in questa guida aggiornata analizziamo quando arriva l’Assegno unico a giugno 2025, chi rischia ritardi o tagli all’importo, e cosa fare per non perdere nemmeno un euro.
Calendario pagamenti Assegno unico giugno 2025
Per il mese di giugno 2025, l’Inps conferma il consueto schema di erogazione dell’Assegno unico universale. Salvo imprevisti, i pagamenti dovrebbero essere effettuati tra giovedì 19 e venerdì 20 giugno, in linea con quanto accaduto nei mesi precedenti. Questa finestra temporale riguarda la maggior parte delle famiglie che già percepiscono regolarmente la prestazione, senza aver segnalato variazioni al nucleo familiare o all’indicatore Isee.
Tuttavia, chi ha presentato domanda per la prima volta nel mese di maggio oppure ha comunicato modifiche che comportano un ricalcolo dell’importo spettante, come ad esempio una nuova nascita, un cambiamento nella situazione reddituale o patrimoniale, o la perdita di uno dei requisiti, dovrà attendere qualche giorno in più. In questi casi, infatti, il pagamento slitta all’ultima settimana del mese, orientativamente tra il 23 e il 27 giugno.
Va tenuto presente che, nonostante il calendario sia ormai abbastanza stabile, non esiste un giorno fisso e uguale per tutti. L’accredito può variare da famiglia a famiglia a seconda delle tempistiche di lavorazione delle pratiche da parte dell’INPS e di eventuali controlli interni. Per questo motivo è sempre consigliabile consultare periodicamente il fascicolo previdenziale online sul sito dell’Istituto, dove è possibile verificare lo stato dei pagamenti in tempo reale.
Rinnovo Isee: cosa succede se non si aggiorna entro il 30 giugno
Il mese di giugno rappresenta una scadenza molto importante per chi percepisce l’Assegno unico universale. Entro il 30 giugno, infatti, le famiglie che non hanno ancora aggiornato l’Isee per l’anno in corso devono provvedere a farlo per evitare di continuare a ricevere l’importo minimo previsto dalla normativa, attualmente pari a 57 euro mensili per ciascun figlio.
Dal mese di marzo 2025, infatti, l’Istituto ha applicato d’ufficio l’importo minimo dell’Assegno unico a tutti quei nuclei che risultano ancora in possesso di un Isee 2024 non più valido. L’importo è stato notevolmente ridotto, senza eccezioni, proprio perché il sistema non ha a disposizione i dati aggiornati per calcolare il sostegno effettivamente spettante in base alla reale situazione economica del nucleo.
Tuttavia, il termine del 30 giugno è determinante non solo per il ripristino dell’importo corretto, ma anche per ottenere gli arretrati. Chi aggiorna l’Isee entro questa data, infatti, ha diritto a ricevere retroattivamente la differenza maturata a partire da marzo 2025, mese in cui sono iniziati i pagamenti ridotti. È dunque possibile recuperare anche tre mensilità intere, ottenendo un accredito supplementare che può fare una notevole differenza sul bilancio familiare.
Diversamente, chi aggiorna l’Isee dopo il 30 giugno vedrà adeguato l’importo dell’Assegno solo per i mesi successivi, ma perderà il diritto agli arretrati. È quindi fondamentale non rimandare ulteriormente: rinnovare l’Isee in tempo consente non solo di ricevere la cifra giusta, ma anche di non lasciare indietro somme che spettano di diritto.