Il bonus in busta paga annunciato da Meloni, ecco di cosa si tratta

Il Presidente del Consiglio ha annunciato un nuovo intervento fiscale in favore della classe media. Arriva un nuovo bonus in busta paga.
Fonte immagine: Pixabay.com

Il governo Meloni continua a porre il ceto medio al centro della sua agenda fiscale. 

Durante gli stati generali dei commercialisti, la premier Giorgia Meloni ha annunciato l’intenzione di intervenire sui redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro, definendo questa fascia della popolazione “la struttura portante del sistema produttivo italiano”. L’obiettivo è chiaro: “tagliare le tasse in modo equo e sostenibile”, proseguendo un percorso di alleggerimento fiscale già avviato con la riduzione del cuneo fiscale e delle aliquote Irpef.

L’intervento più atteso consiste in un taglio dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per la fascia di reddito compresa tra i 28.000 e i 50.000 euro. Il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, ha persino accennato alla possibilità di estendere questa soglia fino a 60.000 euro. Questa misura, se attuata, interesserà non solo i lavoratori (pubblici, privati e autonomi) ma tutti i percettori di reddito, inclusi i pensionati.

Come funziona oggi l’Irpef e come può cambiare

Attualmente, il sistema Irpef prevede aliquote del 23% fino a 28.000 euro, 35% fino a 50.000 euro e 43% oltre i 50.000 euro. Il risparmio derivante dal taglio del secondo scaglione sarebbe proporzionale al reddito all’interno di quella fascia: ad esempio, per un reddito di 30.000 euro, il risparmio annuo sarebbe di circa 40 euro, mentre per un reddito di 50.000 euro, il beneficio salirebbe a 440 euro l’anno

Se l’asticella venisse portata a 60.000 euro, il risparmio massimo annuo potrebbe arrivare a 640 euro.

Le sfide della copertura finanziaria e le tempistiche

Nonostante l’entusiasmo e la ferma intenzione del governo, l’attuazione di questo “bonus in busta paga” si scontra con la necessità di trovare una copertura finanziaria di circa 5 miliardi di euro

L’impossibilità di reperire subito queste risorse ha finora congelato la misura, che inizialmente si sperava di poter implementare già nell’estate del 2025. Le parole del viceministro Leo e le ultime indiscrezioni riportate da Meloni indicano che il taglio dell’irpef è ancora un obiettivo, ma la sua realizzazione dipenderà dall’incastro di diversi fattori. 

Tra le fonti di finanziamento potenziali si citano il concordato preventivo (per il quale ci sono “buone premesse”), i risultati della lotta all’evasione fiscale e il clearance fiscale con le imprese. Un miliardo di euro potrebbe anche derivare dalla gara del Lotto. Tuttavia, è sempre più probabile che per vedere questo intervento in busta paga si dovrà attendere la legge di Bilancio 2026.

La visione del “fisco amico” e la lotta all’evasione

Nel frattempo, la premier Meloni ha ribadito la sua visione di un “fisco amico”, che funga da “biglietto da visita della credibilità di uno stato”. Un fisco che non deve “soffocare la società ma aiutarla a prosperare”, evitando di opprimere famiglie e imprese con regole astruse e un carico tributario sproporzionato rispetto ai servizi offerti. L’impegno è quello di utilizzare le risorse pubbliche “con buonsenso e senza gettare i soldi dalla finestra”.

Sul fronte della lotta all’evasione, Meloni ha respinto le accuse di favorire gli evasori, rivendicando “risultati migliori nella storia” del Paese. La linea del governo è chiara: “Chi vuole fare il furbo non ha spazi, ma chi è onesto e in difficoltà deve essere messo in condizione di pagare quello che deve”. 

 

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