Nei corridoi degli ospedali di Roma da oggi c’è più colore, bellezza e, soprattutto, umanità.
Si chiama “I Colori della cura” il progetto promosso dalla ASL Roma 1 che sta trasformando gli spazi ospedalieri in luoghi dove arte e salute si incontrano per regalare benessere ai pazienti e a chi lavora ogni giorno nelle corsie. Presentata il 25 giugno 2025 alle Corsie Sistine, l’iniziativa ha raccolto l’adesione generosa di oltre 50 artisti italiani, i quali hanno donato le proprie opere per abbellire reparti e sale d’attesa dell’Ospedale Santo Spirito, del San Filippo Neri e dell’Oftalmico.
Finanziata anche grazie ai fondi del PNRR e del Giubileo della Speranza 2025, questa operazione culturale punta a costruire un ponte tra arte e cura, come pure tra la vita fuori e quella dentro gli ospedali. Un gesto che dimostra come la bellezza possa diventare parte integrante del percorso di guarigione e accoglienza.
Chi sono gli artisti coinvolti? Quali opere arricchiranno il patrimonio storico degli ospedali romani? E perché la cultura può essere considerata una vera medicina per l’anima? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul progetto “I Colori della cura”.
Cosa prevede il progetto? La visione della ASL Roma 1
Questo nasce da un’idea precisa: portare bellezza e umanità negli spazi dove la sofferenza è spesso protagonista. A crederci fortemente è Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale della ASL Roma 1, che ha voluto fare dell’arte uno strumento concreto di benessere e accoglienza. “L’intuizione del progetto è duplice – ha spiegato Quintavalle – da un lato abbellire i nostri luoghi per restituire dignità alla sanità pubblica, dall’altro creare un momento di partecipazione collettiva, in cui l’arte si fa pubblica e stabilisce una relazione generosa con il paziente”.
E la risposta non si è fatta attendere: oltre 50 artisti, provenienti da tutta Italia, hanno risposto alla “call to action” lanciata dalla ASL Roma 1 sui social, donando opere che andranno ad arricchire reparti, corridoi e sale d’attesa. È un gesto di solidarietà che risponde a un bisogno profondo: rendere più caldi ed empatici gli ambienti ospedalieri, trasformando il passaggio o la degenza in un’esperienza meno fredda e alienante.
Il progetto si inserisce nel più ampio restyling della rete ospedaliera laziale, reso possibile dai fondi del PNRR e dal Giubileo della Speranza 2025. Ma qui, oltre alle nuove strutture e agli interventi tecnologici, si è scelto di investire anche su qualcosa di più intangibile: il potere della bellezza come parte integrante del percorso di cura.
Gli artisti e la forza della bellezza
Tra i protagonisti de “I Colori della Cura” spicca il nome di Natino Chirico, pittore calabrese che ha ispirato l’iniziativa e che ha voluto donare un’opera dal titolo emblematico: Insieme. Un lavoro che racchiude lo spirito dell’intero progetto: un messaggio di fratellanza, empatia e vicinanza, anche nei momenti più difficili. “Gli artisti vivono un eterno conflitto tra amore, egoismo e vanità – ha raccontato Chirico – ma abbiamo aderito a questa iniziativa per amore, perché sentivamo il bisogno di fare qualcosa per gli altri. L’arte è il linguaggio con cui riesco a parlare con chiunque passi per la mia vita, e questa occasione mi ha permesso di mettere tutto il mio amore per l’arte e per la vita in un contesto straordinario come l’Ospedale Santo Spirito”.
Ma Chirico non è il solo. Tantissimi artisti italiani hanno risposto all’appello della ASL Roma 1, provenienti da diverse regioni e percorsi artistici: pittori, fotografi, illustratori, scultori. Ciascuno ha scelto di donare un’opera, contribuendo a trasformare gli ospedali romani in veri e propri spazi espositivi.
La cura che guarda al futuro
“I Colori della cura” affonda le proprie radici nella storia stessa dell’assistenza ospedaliera a Roma.
L’Ospedale Santo Spirito in Sassia, cuore pulsante dell’iniziativa, custodisce una tradizione secolare fatta di arte e accoglienza. Fondato intorno al 1175 per opera degli Ospedalieri di Santo Spirito, l’istituto ha sempre intrecciato cura e bellezza, come dimostra la prestigiosa quadreria che ospita capolavori di maestri come Agostino Tassi, Carlo Maratta, Andrea Verrocchio e Gregorio Guglielmi. Oggi, questa collezione si arricchirà con le opere contemporanee donate dagli artisti italiani, creando un filo rosso che unisce passato e presente sotto il segno della bellezza come terapia.
A sottolineare il valore culturale e sociale del progetto sono state anche le parole dell’Assessore regionale Simona Renata Baldassarre, che ha definito la cultura una “medicina dell’anima”, capace di curare non solo la persona ma anche la società. “Politica, medicina e cultura sono tre facce di un medesimo prisma – ha dichiarato – e rendere gli ospedali luoghi belli significa contribuire al benessere collettivo. La bellezza salverà il mondo”.
Un messaggio condiviso anche dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, che nella prefazione al catalogo ufficiale delle opere ha parlato dell’arte come di uno straordinario strumento di dialogo e cura, capace di rispondere ai bisogni profondi della comunità.