Case popolari, 1.300 nuove abitazioni acquistate dal Comune di Roma. Ecco dove

Il Comune di Roma ha acquistato 1.300 nuove case popolari distribuite in 14 municipi, con una forte concentrazione nel IV. Ecco dove si trovano e cosa cambia per le famiglie in attesa.
Fonte immagine: Pixabay.com

Roma Capitale prova a rispondere all’emergenza abitativa (di cui avevamo già parlato con il Consigliere Yuri Trombetti) con un’azione senza precedenti. Il Campidoglio ha completato l’acquisto di 1.300 nuove case popolari che andranno a rimpolpare il patrimonio pubblico e saranno destinate alle famiglie in graduatoria per un alloggio

È il risultato di uno dei due bandi lanciati negli ultimi anni dal Dipartimento Patrimonio e Politiche abitative di Roma Capitale. L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi, con la promessa che non ci si fermerà qui.

Una risposta alle attese di migliaia di famiglie

Attualmente, sono circa 20.000 i nuclei in lista d’attesa per una casa popolare nella Capitale. Di questi, almeno 5.000 vivono in condizioni considerate di emergenza grave. Si tratta di famiglie sfrattate, senza fissa dimora, persone con disabilità o anziani soli. A questa realtà si aggiunge un mercato immobiliare sempre più costoso, che taglia fuori ampie fasce della popolazione.

Per affrontare il problema, il Comune ha avviato un’operazione di acquisizione su larga scala. Il primo bando, chiuso nel 2023, ha portato all’acquisto di 1.300 abitazioni, di cui 800 già libere o in fase di costruzione. Le restanti erano in affitto o rientravano in piani di sgombero. Le case acquistate entreranno ora nel circuito dell’edilizia residenziale pubblica e saranno assegnate nei prossimi mesi.

Dove si trovano le nuove abitazioni

La distribuzione degli immobili è ampia e interessa la maggior parte dei municipi romani, dal II al XV. Il Municipio IV risulta il più coinvolto, con almeno 500 case acquistate, seguito da III, VII e X. Le zone interessate includono quartieri come Casal Bruciato, Don Bosco, Cinecittà, Ostia e Tor Bella Monaca. Una scelta voluta, per evitare concentrazioni e favorire una maggiore integrazione all’interno dei diversi quartieri.

Le abitazioni non saranno concentrate in blocchi monolitici, ma distribuite in condomini misti, dove famiglie in difficoltà potranno convivere con altre situazioni sociali. L’obiettivo è chiaro: evitare la nascita di nuove periferie isolate, dove l’emarginazione si somma ai disagi materiali.

Una parte significativa degli immobili arriva dalla Fondazione Enasarco, che ha messo a disposizione oltre 1.000 appartamenti. Altri sono stati proposti da fondi come Enpaia e Torre Sgr, mentre l’Inps ha contribuito con ulteriori 450 unità, alcune delle quali in regime di fitto passivo. In queste ultime, l’acquisto da parte del Comune ha anche permesso di evitare sfratti già programmati.

In aggiunta, sono in corso interventi di recupero e riqualificazione a Porto Fluviale e in via Cardinal Capranica, dove si stanno costruendo nuove abitazioni che porteranno il totale degli alloggi pubblici in arrivo a oltre 2.000.

Una sfida da non rimandare

Roma non può arrendersi alla povertà abitativa”, ha dichiarato l’assessore Andrea Tobia Zevi. “Sappiamo quanto sia difficile cambiare la rotta, ma oggi abbiamo la conferma che è possibile acquistare centinaia di case in tempi rapidi. Serve continuità, risorse e soprattutto la volontà di non lasciare indietro nessuno”.

Le case ci sono, ora la sfida sarà assegnarle in modo giusto e veloce, senza incappare nei ritardi che spesso rallentano l’efficacia delle misure sociali. Per migliaia di famiglie, si tratta di un passo verso una nuova possibilità di stabilità.

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