Dopo oltre un anno di attesa, diventa finalmente operativo il bonus animali domestici 2025, il contributo economico previsto dalla Legge di Bilancio 2024 per aiutare le persone over 65 con basso reddito a sostenere le spese veterinarie per i propri animali da compagnia.
Il decreto attuativo, approvato a maggio, ha stabilito i criteri di accesso e le modalità per richiedere il bonus a livello regionale. La misura è rivolta a chi possiede cani, gatti o furetti legalmente registrati e consente di ottenere un rimborso – anche retroattivo – per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024.
Il fondo, pur limitato (250.000 euro per ciascun anno dal 2024 al 2026), rappresenta un aiuto importante per anziani in difficoltà economica che vogliono garantire cure adeguate ai propri animali. Per ottenere il bonus, però, è necessario rispettare alcuni requisiti stringenti: un Isee inferiore a 16.215 euro, un’età di almeno 65 anni e la corretta registrazione dell’animale nella banca dati nazionale (Sinac) o in quella regionale.
La domanda va presentata direttamente alla Regione di residenza, seguendo modalità e scadenze stabilite localmente. Ogni Regione definirà anche l’importo massimo rimborsabile, ma le richieste verranno accolte in base all’ordine cronologico di presentazione, fino a esaurimento fondi. Attenzione anche alla dichiarazione dei redditi: il bonus è cumulabile con la detrazione Irpef del 19% sulle spese veterinarie, ma solo se non si verificano sovrapposizioni.
In questo articolo ti spieghiamo chi ha diritto al bonus animali domestici, quali spese sono ammesse, come fare domanda e quali accortezze tenere in vista del 730.
I requisiti
Come anticipato, per accedere al bonus animali domestici 2025 è necessario soddisfare una serie di requisiti anagrafici, economici e formali ben precisi.
La misura è infatti rivolta esclusivamente ai cittadini che, a partire dal 1° gennaio 2024, abbiano già compiuto 65 anni e si trovino in una condizione economica di particolare fragilità, certificata da un Isee ordinario non superiore a 16.215 euro. Ma non basta: per ottenere il contributo è indispensabile anche dimostrare di essere proprietari di un animale da compagnia – esclusivamente cane, gatto o furetto – detenuto a scopo affettivo e non commerciale, quindi non utilizzato, ad esempio, per la riproduzione o la vendita.
Un altro requisito fondamentale è la corretta identificazione dell’animale. Il decreto attuativo prevede infatti che il bonus sia riconosciuto solo a chi ha registrato il proprio animale nella Banca dati nazionale, sezione Sinac, oppure, in alternativa, nella banca dati regionale di riferimento, sempre tramite l’applicazione del microchip identificativo.
L’animale deve quindi risultare tracciabile secondo le regole già previste dalla normativa vigente sulla detenzione degli animali da compagnia.
Il bonus è destinato alle spese sostenute a partire dal 2024, ma l’erogazione è gestita direttamente dalle Regioni, che potranno verificare caso per caso la presenza dei requisiti dichiarati nella domanda. Chi non rientra nei criteri previsti non potrà quindi accedere ai rimborsi, indipendentemente dalla tipologia di spesa sostenuta.
Come farne domanda
Per avere effettivamente diritto al bonus animali domestici non basta rispettare i suddetti requisiti: è necessario attendere la pubblicazione del bando regionale che stabilirà le modalità operative per presentare domanda.
Solo una volta pubblicato il bando, sarà possibile inoltrare la domanda, allegando tutta la documentazione necessaria: il codice identificativo dell’animale registrato nella Banca Dati Nazionale (SINAC) o in quella regionale, l’attestazione Isee relativa all’anno precedente (quindi il 2023, se si chiede il rimborso per spese del 2024), e la prova delle spese sostenute, tramite fatture, scontrini e mezzi di pagamento tracciabili. L’importo riconosciuto non potrà in nessun caso superare la spesa effettivamente documentata.
Va inoltre ricordato che le richieste saranno accolte in ordine cronologico, fino all’esaurimento dei fondi assegnati. Questo significa che, una volta aperti i bandi, sarà fondamentale agire in fretta per non rischiare di restare esclusi, vista la dotazione economica limitata.