Il Conclave per l’elezione del nuovo Papa inizierà mercoledì 7 maggio 2025, a poco più di due settimane dalla scomparsa di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile. I cardinali elettori, riuniti in Vaticano da ogni angolo del mondo, si chiuderanno nella Cappella Sistina per scegliere il 267° successore di Pietro.
Ma come funziona esattamente un Conclave? Quanto dura? Quali sono le regole, i riti e le tradizioni che guidano l’elezione del pontefice? E soprattutto: chi sono i nomi più papabili a raccogliere l’eredità di Jorge Mario Bergoglio? In questo approfondimento, una guida completa per capire tutto quello che c’è da sapere sul Conclave 2025: date, procedure, durata, aneddoti storici e profili dei cardinali più in vista.
Come funziona il Conclave per eleggere il nuovo Papa
Il Conclave è il procedimento con cui i cardinali elettori scelgono il nuovo Papa dopo la morte (o la rinuncia) del precedente pontefice. Il termine deriva dal latino cum clave, cioè “chiuso a chiave”: una formula che richiama l’isolamento forzato dei cardinali per garantire segretezza e autonomia durante le votazioni. Possono partecipare solo i cardinali che, al momento della morte del Papa, non abbiano ancora compiuto 80 anni: nel 2025 sono 135, anche se alcuni potrebbero non essere presenti per motivi di salute.
Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina, all’interno del Vaticano, ed è preceduto dalla messa Pro eligendo Pontifice nella Basilica di San Pietro. I cardinali giurano riservatezza assoluta, consegnano i dispositivi elettronici e vengono isolati dal mondo esterno, alloggiando a Casa Santa Marta, a pochi passi dalla Sistina.
Le votazioni avvengono in segreto e si tengono fino a quando uno dei candidati non raggiunge la maggioranza qualificata dei due terzi dei voti. Ogni giorno si possono tenere fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Le schede votate vengono bruciate in una stufa: il colore del fumo che esce dal comignolo della Sistina segnala l’esito delle votazioni. Fumata nera se non c’è un eletto, fumata bianca quando viene scelto il nuovo Papa, annunciato dal celebre Habemus Papam.
Quanti voti servono per eleggere un Papa
Come anticipato, per essere eletto Papa, un cardinale deve ottenere almeno i due terzi dei voti dei presenti. Nel caso del Conclave del 2025, se parteciperanno tutti e 135 gli elettori aventi diritto, il quorum da raggiungere sarà di 90 voti. La soglia resta proporzionata al numero effettivo dei votanti: se, ad esempio, fossero presenti solo 120 cardinali, ne servirebbero 80 per l’elezione.
Questo sistema serve a garantire un consenso ampio e solido attorno al nuovo pontefice, evitando scelte divisive. La votazione è anonima: ogni cardinale riceve una scheda già prestampata con la frase latina Eligo in Summum Pontificem (“Scelgo come Sommo Pontefice”), che viene completata con il nome del candidato scelto.
Se nessuno raggiunge il quorum, si procede a un nuovo scrutinio. Il primo giorno si tiene un’unica votazione, mentre nei giorni successivi ne sono previste fino a quattro al giorno, due la mattina e due il pomeriggio.
Chi sono i papabili per il Conclave 2025
Chi sarà il prossimo Papa dopo Francesco? La domanda circola da settimane tra osservatori, fedeli e media internazionali. I papabili, ovvero i cardinali considerati più plausibili per l’elezione, rappresentano l’ampia diversità culturale e geografica del collegio cardinalizio. Tra i più citati c’è Pietro Parolin, 70 anni, Segretario di Stato vaticano e figura centrale della diplomazia della Santa Sede. Altro nome forte è Matteo Zuppi, 69 anni, presidente della CEI e vicino alla Comunità di Sant’Egidio. C’è poi Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, apprezzato per il suo equilibrio in Medio Oriente.
Fuori dall’Italia, uno dei nomi più discussi è quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, spesso definito il “Francesco d’Asia” per il suo stile pastorale e comunicativo. In Africa, spicca il profilo di Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e membro del Consiglio dei cardinali (C9), e quello più conservatore del guineano Robert Sarah. Tra gli americani, attenzione a Timothy Dolan, arcivescovo di New York, e a Robert Prevost, attuale Prefetto per i Vescovi, con lunga esperienza pastorale in America Latina.
Completano la rosa Peter Erdo, cardinale ungherese ben introdotto in Europa centrale, Mario Grech, vescovo maltese e Segretario del Sinodo, e il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, sensibile ai temi del Mediterraneo e del dialogo interreligioso.
Quando sono previste le fumate del Conclave
Durante il Conclave, le fumate dalla Cappella Sistina segnalano l’esito degli scrutini: nera se non è stato eletto il Papa, bianca se l’elezione è avvenuta. La prima fumata è attesa nel tardo pomeriggio del primo giorno, in questo caso mercoledì 7 maggio 2025, dopo la prima votazione. Nei giorni successivi si tengono quattro scrutini al giorno: due al mattino e due al pomeriggio. Le fumate vengono emesse intorno alle 12:00 e intorno alle 19:00, al termine dei rispettivi blocchi di votazioni.
Non sempre il colore è subito chiaro, ma oggi vengono usati additivi chimici per distinguere visivamente il fumo: nero se non c’è un accordo, bianco se un cardinale ha raggiunto i due terzi dei voti ed è stato eletto Papa. Quando ciò accade, poco dopo la fumata bianca, le campane di San Pietro iniziano a suonare a festa e, dalla loggia centrale della basilica, viene annunciato ufficialmente l’Habemus Papam.
Quanto può durare il Conclave
Il Conclave non ha una durata prestabilita: si conclude solo quando un cardinale ottiene i due terzi dei voti degli elettori. Tuttavia, in epoca moderna, il tempo necessario all’elezione del Papa è quasi sempre contenuto. I due ultimi Conclavi sono durati meno di tre giorni: nel 2005 Benedetto XVI fu eletto dopo 4 scrutini in 26 ore, mentre nel 2013 Francesco fu scelto in 5 scrutini in 36 ore.
Il Conclave del 2025 potrebbe seguire lo stesso ritmo, anche se non si esclude qualche sorpresa: alcuni cardinali, come Gregorio Rosa Chavez o Jean-Paul Vesco, hanno ipotizzato un’elezione rapida, ma non scontata. La storia insegna che tutto è possibile. Il Conclave più lungo della storia si tenne a Viterbo tra il 1268 e il 1271: durò 1.006 giorni. Da allora, per evitare impasse, sono state introdotte norme e condizioni che favoriscono l’isolamento e l’accelerazione del processo.
Oggi i cardinali possono votare fino a quattro volte al giorno (due al mattino e due al pomeriggio). Se dopo 33 o 34 scrutini non si raggiunge un’intesa, è previsto un cambiamento delle regole (art. 75 della Universi Dominici Gregis), ma questa eventualità non si è mai verificata nei conclavi recenti.