Papa Francesco è morto. Il Pontefice che ha trasformato il volto della Chiesa si è spento la mattina del 21 aprile, alle 7:35, a 88 anni, per un ictus seguito da un collasso cardiocircolatorio. Con lui se ne va il primo Papa gesuita, il primo sudamericano sul soglio di Pietro, ma soprattutto un pastore che ha saputo coniugare radicalità evangelica e tenerezza, parola e gesto, dottrina e compassione.
L’annuncio è stato dato dal cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita: «Con profondo dolore comunico che il Vescovo di Roma, Papa Francesco, è tornato alla casa del Padre». Il corpo sarà esposto nella Basilica di San Pietro da mercoledì 23 aprile. I funerali si terranno entro il fine settimana e vedranno la partecipazione di leader politici e religiosi da tutto il mondo, tra cui l’ex presidente americano Donald Trump.
Un pontificato che ha segnato la storia
Eletto il 13 marzo 2013, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio era un cardinale “venuto dalla fine del mondo”. Figlio di emigrati piemontesi, cresciuto a Buenos Aires in una famiglia semplice, era entrato nella Compagnia di Gesù a 21 anni. La sera della sua elezione si affacciò alla loggia della Basilica Vaticana con un semplice “buonasera”, dando subito il tono al suo pontificato: sobrio, diretto, vicino al popolo.
Nel corso dei suoi dodici anni da Papa, ha scosso le fondamenta della Chiesa. Ha aperto nuovi spazi di dialogo per i divorziati, le persone LGBTQ+, le donne. Ha parlato senza retorica della crisi climatica, della guerra, delle migrazioni. Ha proposto una Chiesa “in uscita”, chiamata ad abitare le periferie del mondo e della coscienza. La sua era una visione che mirava all’essenziale: misericordia, fraternità, giustizia.
Fedele al Vangelo fino all’ultimo
Le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi mesi. Ricoverato per una grave forma di polmonite, era tornato a Casa Santa Marta il 23 marzo, visibilmente provato. Eppure, aveva voluto affacciarsi su Piazza San Pietro per la benedizione pasquale Urbi et Orbi. «Offro la mia sofferenza perché cessino le guerre e i bambini possano tornare a sorridere», aveva detto. Parole semplici, ultime e profetiche.
Il cordoglio di un mondo intero
Veglie di preghiera si moltiplicano in ogni continente. Padre Gabriel Romanelli, parroco a Gaza, ha ricordato il legame speciale che univa Francesco alla comunità cristiana della Striscia: «Ha sempre parlato per noi, anche quando il mondo taceva». Da Roma a Buenos Aires, da Seul a Kinshasa, la sua morte unisce in un abbraccio globale credenti e non credenti.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito Francesco «una guida morale per l’Italia, per l’Europa e per l’intera umanità». Parole di commozione anche dal Segretario generale dell’ONU António Guterres, che lo ha salutato come «voce dei senza voce».
La sua scomparsa ha unito leader e cittadini di tutto il mondo, nel ricordo di un Pontefice che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri.
Il futuro della Chiesa
Il testamento spirituale del Papa, redatto nel 2022, sarà reso pubblico nei prossimi giorni. Francesco aveva espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si recava a pregare prima e dopo ogni viaggio apostolico.
La sede apostolica è ora vacante. I sigilli sono stati apposti a Casa Santa Marta e al Palazzo Apostolico. Il conclave si terrà tra il 5 e il 10 maggio. Nel frattempo, proseguiranno le attività previste per il Giubileo straordinario, secondo le linee da lui tracciate.
Un’eredità viva e una guida spirituale per il nostro tempo
Papa Francesco lascia un’eredità dirompente. È stato il Papa della misericordia, dell’accoglienza, del perdono, del coraggio di ascoltare.
Ha saputo parlare al cuore di un mondo frammentato, mettendo al centro l’essere umano nella sua fragilità e dignità. Ha portato il Vangelo fuori dai templi, dentro le vite, sulle frontiere del mondo e delle coscienze.
Oggi la Chiesa lo piange. Ma nel cuore di milioni di persone, in ogni angolo del pianeta, resta il suo invito più profondo: «La realtà è più importante dell’idea. E Dio è sempre più grande del nostro cuore».